SERVIZIO
CIVILE COME SCUOLA DI UMANITÀ
Di Giovanni Pellegri
Rifiutare il servizio militare non è più reato. La nuova legge
sul servizio civile, entrata in vigore il 1° ottobre 1996 permette infatti
di svolgere un servizio civile sostitutivo della durata di una volta e mezzo
il servizio militare rifiutato. I dati presentati dalla Divisione del Servizio
Civile di Berna documentano il successo di questa nuova proposta: al 31 marzo
erano state presentate complessivamente 1400 domande di ammissione. Sebbene
solo 313 domande sono state esaminate, la tendenza ad accoglierle positivamente
è chiara: la Divisione ha ammesso al servizio civile circa il 90% dei
candidati.
Si stima che ci saranno 8 volte più obiettori nella situazione attuale
che quando non esisteva la legge. Dov'erano gli anni scorsi tutti questi obiettori?
Alcuni in carcere, gli altri dal ... medico. Infatti, non tutte le persone che
si trovavano in situazione di conflitto di coscienza erano disposte ad essere
trattate come dei criminali e finire in prigione. Il conflitto di coscienza
allora si manifestava con patologie di differente natura, felicemente riscopertine/coperte
qualche settimana prima della visita medica di reclutamento. Nel 1991 si sono
avuti, per esempio, più di 15'000 casi di esclusione dall'esercito per
motivi psichiatrici. Oggi una parte di queste persone può affermare il
suo conflitto di coscienza in tutta libertà per offrire il proprio servizio
alla società attraverso modalità capaci di valorizzare le potenzialità
di ognuno. Un piccolo esercito di 2-3000 persone che ogni anno si metterà
a disposizione della nostra società per effettuare un lavoro utile per
tutti.
UN'OCCASIONE PER LA SOLIDARIETÀ
La valorizzazione delle capacità lavorative di coloro che desiderano
servire la patria attraverso il servizio civile è il fatto nodale di
tutta la questione. Il rischio è quello di non cogliere l'importanza
dei servizio civile per la nostra società, riducendolo così ad
una specie di castigo da infliggere a tutti coloro che rifiutano l'esercito.
Queste 2-3000 persone non hanno espresso unicamente una ribellione verso l'esercito,
ma hanno anche manifestato il desiderio di mettersi al servizio della comunità.
La dimensione protestataria di rifiuto di sottostare alle leggi militari è
sempre accompagnata da una dimensione di disponibilità per i bisogni
degli altri. L'obiezione è un gesto che nessuno improvvisa, che nessuno
utilizza per un resoconto personale. È, invece, il frutto di lunghe riflessioni
sulle proprie scelte di vita, espresso come un gesto forte. Se non vogliamo
che gli ideali di pacifismo e di non violenza restino degli episodi intellettuali
nella vita degli obiettori, o peggio, occasione di strumentalizzazione da parte
di gruppi politici, bisogna saper offrire gli strumenti adeguati affinché
gli obiettori possano, attraverso il servizio civile, assumere una posizione
di solidarietà, educativa per se stessi e per l'intera società.
Non solo lavoro, quindi, ma anche occasioni di formazione della propria persona.
In questo senso, il servizio civile diventa una scuola di umanità, che
esige scelte precise e quotidiane, che investono non solo la durata del servizio
civile, ma tutta la vita. Quindi un servizio civile che può diventare
occasione di formazione, di confronto e di testimonianza per realizzare progetti
dì solidarietà con un'apertura a orizzonti più ampi di
quelli richiesti dalla legge. Caritas Ticino ha dato la sua disponibilità
per accogliere obiettori all'interno della sua struttura. Offrirà lavori
di differente natura nella convinzione che la cultura della solidarietà
non è il risultato di forti spinte ideali o di grandi opere di beneficenza,
ma è il risultato di un preciso lavoro pedagogico capace di offrire ad
ognuno di noi gli strumenti necessari per operare scelte determinanti di fronte
alle molteplici forme di bisogno presenti nella nostra società.
CENT'ANNI DI OBIEZIONE
La Svizzera è uno degli ultimi paesi in Europa ad introdurre il servizio
civile. La prima petizione che mirava a un riconoscimento dell'obiezione di
coscienza nel nostro paese risale al 1903. Altre petizioni seguirono regolarmente,
come quella del 1923 che permise la raccolta di 40'000 firme per un servizio
civile. Nella storia recente troviamo nel 1977 l'iniziativa Múnchensteiner
che tentò di inserire nella costituzione un servizio alternativo per
gli obiettori mossi da seri motivi religiosi o di coscienza. L'iniziativa fu
respinta con il 63% di voti contrari. A questa fece seguito quella denominata
"Per un vero servizio civile basato sulla prova dell'atto" nel 1984.
Anche questa fu respinta in votazione popolare con il 64% di voti contrari.
La volontà di depenalizzare l'obiezione di coscienza portò, in
un primo tempo, alla formulazione della "legge Barras" nel 1991, permettendo
ad alcuni obiettori di svolgere un lavoro di pubblico interesse. Si trattava
comunque di una condanna da parte di un tribunale militare. Finalmente in un
secondo tempo, più precisamente il 17 maggio del 1992, Popolo e Cantoni
svizzeri hanno accettato di completare l'articolo 18 cpv 1 della costituzione
federale che enunciava: Ogni svizzero è obbligato al servizio militare.
In seguito alla votazione l'articolo è stato completato con la frase:
La legge prevede un servizio civile sostitutivo. Dal 1 ottobre 1996 la legge
è entrata in vigore. Una storia lunga e molto sofferta, soprattutto per
quei 22'000 obiettori processati e condannati a pene detentive dai tribunali
militari.
LA PROCEDURA DI AMMISSIONE AL SERVIZIO CIVILE
Che cosa bisogna fare per inoltrare una domanda di ammissione al servizio civile?
È relativamente semplice: innanzitutto bisogna dire che non vi sono formulari
ufficiali. Tutte le persone ritenute abili al servizio militare possono presentare
in qualsiasi momento (prima, dopo o durante la scuola reclute, ma anche prima
dopo o durante i corsi di ripetizione) la domanda di ammissione per iscritto
a Berna (Divisione del Servizio Civile, UFIAML, Giacomettistrasse 3, 3000 Berna
31), illustrando le riflessioni personali che hanno portato al conflitto di
coscienza. Evidentemente bisogna rendere credibile queste motivazioni illustrandole
il più possibile e collegandole alla propria vita magari anche con esempi.
A questo scopertine/copo è possibile allegare delle referenze o delle dichiarazioni
scritte da persone che possono testimoniare come e perché é nato
il conflitto di coscienza. Alla domanda bisogna inoltre allegare un curriculum
dettagliato, un estratto del casellario giudiziale centrale e il libretto di
servizio. In teoria 4 settimane dopo l'inoltro della richiesta il candidato
sarà convocato a Berna davanti ad una commissione d'ammissione allo scopertine/copo
di rendere credibile la scelta per il servizio civile. L'audizione avviene in
italiano per i ticinesi. Per saperne di più sulla procedura di ammissione
contattare direttamente la Divisione del Servizio Civile a Berna. Utili informazioni
sono pure contenute nelle versione italiana del manuale del servizio civile
tradotto e adattato dall'originale in tedesco dal Gruppo Ticinese per il Servizio
Civile. Il suo titolo è "Rendersi utili" ed è ottenibile
al prezzo di fr.10. contattando il GTSC, Via Vela 21, Casella postale 2463,
6501 Bellinzona.
UNA LEGGE GIOVANE CHE DEVE CRESCERE
Siamo ancora lontani da una visione di servizio civile come quelle esistenti
in altri paesi vicini. Il servizio civile deve essere una preziosa occasione
educativa per valorizzare le capacità lavorative di tutti coloro che,
come afferma il disegno di legge sul servizio civile della Repubblica italiana,
per motivi di coscienza desiderano servire la patria dedicando un periodo della
propria vita a testimoniare in modo concreto la solidarietà nei confronti
degli altri e in particolare di coloro che si trovano in situazioni di necessità
e bisogno. Se il lavoro prestato all'interno del servizio civile viene pienamente
riconosciuto come un servizio utile per la patria, allora non si giustificano
disparità di trattamento tra coloro che prestano servizio militare e
quanti svolgono quello civile. Se i due servizi tramite modalità differenti
sono ugualmente utili al paese, non si giustifica perché l'obiettore
debba dare ragione del proprio conflitto di coscienza ed essere penalizzato
da una durata di servizio più lunga. In Italia il servizio civile è
ritenuto in tutto e per tutto corrispondente al servizio di leva tanto che anche
la durata è identica salvo nel caso in cui delle esigenze formative richiedano
un introduzione tecnica. La direzione in cui si sta andando è sicuramente
positiva anche se non sarà di certo una legge a cambiare la vecchia mentalità
che vede negli obiettori di coscienza innanzitutto delle persone da punire e
non uomini che desiderano servire il nostro paese differentemente.